Non è facile esprimere a parole le sensazioni, i sentimenti, le ansie e le gioie provate in questi tre giorni di messa in scena de “Il sogno di Giuseppe” ma ci provo…
Quando, dal palco della regia, ho visto aprirsi il sipario sulla prima scena, bella come un dipinto, ho capito che eravamo riusciti a creare qualcosa di magico!
La nostra Parrocchia non è nuova a queste esperienze, negli anni passati abbiamo messo in scena diverse opere, questa però ha un “sapore” particolare per me. È stato il primo musical che ho seguito e messo in scena ben 21 anni fa dietro insistenza di un gruppo di studenti post-novizi che parteciparono anche come attori.
Quest’opera teatrale ha davvero la capacità di far vivere emozioni incredibili che vanno dall’umorismo alla drammaticità, dalla disperazione alla speranza, dalla vendetta al perdono. Ma il messaggio arriva forte e chiaro. In un mondo tecnologico e frettoloso, dove sembra che a vincere sia sempre il più forte e la violenza è pane quotidiano, arriva, attraverso musiche, danze e dialoghi, l’invito ad andare contro corrente; a fermarsi per guardare l’altro… il fratello, per aprire il cuore a sentimenti di amore, fratellanza e perdono.
Certamente la realizzazione è stata lunga e faticosa e il mio primo grazie va’ a quello zoccolo duro che mi aveva seguito in altri lavori e che mi ha praticamente obbligata a riprendere il copione tra le mani.
Non è stato facile formare il cast, tanti inviti e tanti rifiuti, opere di convincimento, iniezioni di fiducia e incoraggiamento per avere a disposizione un numero adeguato di “attori e ballerini”, ma alla fine ci siamo riusciti. Ho insistito tanto con i giovani perché, secondo me, hanno bisogno di ritrovare fiducia e coraggio, il teatro può essere un ottimo metodo per riuscire a superare le paure e le ansie ed è stato anche tempo propizio per coltivare nuove amicizie, guardandosi negli occhi e non attraverso lo schermo di un cellulare.
Grazie alla fraternità dei Frati Minori Cappuccini e alla mia fraternità dell’Ordine Francescano Secolare che mi hanno supportato e sopportato mettendo a disposizione luoghi e fondi.
E grazie infinite alle meravigliose amiche che hanno tagliato, cucito, impreziosito gli abiti di scena e mi hanno sostenuto soprattutto nei momenti più complicati.
Grazie ai coreografi, musicisti, informatici che si sono fatti coinvolgere e hanno saputo aggiungere pennellate di colori e divertimento.
Grazie a tutti i parrocchiani che gratuitamente hanno donato stoffe, trine, tempo e sorrisi, ma soprattutto grazie al Signore al quale mi sono affidata chiedendo a Lui la forza per portare a termine questo progetto.
La Sua presenza e Provvidenza non è mai mancata.
Giulia Picciano